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ECCO ‘B FUTURA’, RISPOSTA LEGA CLUB CADETTI SU STADI ABODI PRESENTA NUOVA PIATTAFORMA: ‘SFIDIAMO TEMPO E CONGIUNTURA’

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(ANSA) – ROMA, 15 OTT – Con la legge sugli stadi che stagna da tempo in Parlamento in attesa di approvazione, è ‘B Futura’ – una piattaforma di sviluppo per la riqualificazione e lo sviluppo infrastrutturale – la risposta scelta dalla Lega di B all’annosa questione degli impianti italiani. E l’iniziativa delle 22 società della serie cadetta, con il coinvolgimento di alcuni soggetti istituzionali come i Ministeri Infrastrutture e Trasporti, Sviluppo Economico e Ambiente, è stata presentata stamane presso l’aditorium Via Veneto di Roma.

 “Questo non è un convegno, qua vogliamo realmente produrre degli effetti – ha assicurato il presidente della Lega di B, Andrea Abodi – Parlare di futuro non è semplice, ma con ‘B Futura’ vogliamo sfidare il tempo e la congiuntura e cercare di aiutare le nostre 22 società, cercando di interpretarne le esigenze.  Non vogliamo diffondere illusioni, ma mantenere la capicità di sognare”.  Anche se il confronto tra gli stadi italiani e quelli delle seconde divisioni degli altri paesi europei è più da incubo.  L’età media degli impianti della Serie B è di 57 anni (il più vecchio è il Braglia di Modena con ben 66 anni), contro i 17 inglesi e addirittura i 7 anni di quelli tedeschi.  E i loro spalti molto spesso sono vuoti per 2/3. Sei di queste strutture, inoltre, possono essere utilizzati in deroga perché con una capienza al di sotto dei 10mila spettatori. Solo tre impianti su 22 hanno tutti i settori coperti; 13 hanno una pista di atletica (due sono velodromi) o spazi tra la tribuna e il campo.

“In 10 regioni italiane non possiamo far disputare le partite della Nazionale, tra gli stadi di Serie B, gli azzurri potrebbero giocare soltanto a Modena”, è l’ulteriore dato fornito dal presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete.

Ecco perché ‘B futura’ – realizzata con partner istituzionali come Unioncamere (per l’analisi del contesto territoriale), Anci (per la definizione dell’iter amministrativo), Ance (progettazione preliminare standard infrastrutture), Finmeccanica (elaborazione modello tecnoligicamente all’avanguardia) e l’Istituto per il credito sportivo (individuazione strumenti di finanziamento) e l’advisor dell’operazione Kpmg -, vuole invertire la rotta.  In fondo, come ha riconosciuto Abodi, “il calcio si vive allo stadio e abbiamo l’obbligo e il compito di organizzarlo al massimo livello”.

“Dobbiamo essere in grado di muoverci autonomamente”, ha ribadito Abete plaudendo l’iniziativa della Serie cadetta.  Dal numero uno di via Allegri però non manca una stoccata alla politica. “Serve chiarezza sulla legge sugli stadi, ma io ci spero ancora – ha auspicato -. Mantenere questa sorta di limbo però non è utile per nessuno. Se non ci sono le condizioni lo si dica subito in modo chiaro e con onestà intellettuale e pur rispettando la volontà del Parlamento, si metterà una pietra sopra e si andrà avanti comunque”.

LEGA B VERSO TETTO SALARIALE E CONTINGENTAMENTO ROSE IL 6 NOVEMBRE NE DISCUTERANNO A ROMA 22 PROPRIETARI CLUB CADETTI

(ANSA) – ROMA, 15 OTT – Un tetto salariale agli ingaggi e il contingentamento delle rose: sono i punti più importanti all’ordine del giorno dell’incontro tra i rappresentanti della Lega di B e i proprietari delle 22 società del campionato cadetto che si terrà il prossimo 6 novembre a Roma.

Nel vertice con i patron dei club, deciso oggi pomeriggio nel corso dell’assemblea di Lega svoltasi nella Capitale, si getteranno infatti le basi per il piano strategico della Serie B sia dal punto di vista sportivo (missione sportiva, politiche giovanili…) che dal punto di vista economico con l’ipotesi di un

tetto salariale, del contingentamento delle rose e di uno sviluppo sempre più marcato del marketing associativo.

L’appuntamento di novembre rientra in quel processo di ammodernamento del campionato cadetto di cui fa parte anche la piattaforma di sviluppo e riqualificazione delle infrastrutture ‘B Futura’, presentata stamane nella sede di Fintecna, ex sede Iri. Una location scelta proprio perché luogo simbolo della ricostruzione italiana.

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