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Essere tifosi significa appartenenza, passione e rispetto. Ma nel calcio moderno siamo diventati soltanto clienti, numeri da catalogare in categorie, senza alcuna considerazione per i valori che dovrebbero essere alla base di questo sport. La Lega Serie A, con la sua decisione di non rinviare la partita dell'US Lecce dopo la tragica scomparsa di Graziano Fiorita, ha dimostrato ancora una volta la totale insensibilità e disumanità di un sistema che antepone gli interessi economici e televisivi al rispetto per la vita e per il dolore di una comunità intera.

Graziano Fiorita, storico membro dello staff del Lecce, viene a mancare prematuramente mentre è in ritiro con la prima squadra in vista della partita con l'Atalanta. Il club e i suoi tifosi si uniscono nel cordoglio per la tragica perdita . Il Lecce chiede alla Lega il rinvio della partita, seguendo l’esempio di precedenti casi in cui il rispetto per il lutto ha prevalso sul calendario sportivo. La richiesta viene rifiutata, nonostante il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, abbia cercato di intercedere per una soluzione ragionevole fino all'ultimo, senza ricevere un riscontro positivo. Per protesta contro questa decisione indegna, il Lecce decide di scendere in campo senza colori né loghi, indossando maglie anonime, un gesto potente che simboleggia la cancellazione della propria identità davanti a un calcio che ha dimenticato l'umanità. Nel settore ospiti a Bergamo non c'era solo un nastro che indicava la tifoseria del Lecce in lutto ma idealmente tutta l'Italia sportiva che ama questo sport.

La F.I.S.S.C. si stringe al lutto che ha colpito il Lecce e i suoi tifosi, esprimendo vicinanza e solidarietà in primis alla famiglia. Il calcio dovrebbe essere passione, comunità e rispetto. Questa vicenda ha dimostrato, ancora una volta, che per alcuni conta solo lo "spettacolo", senza alcuna considerazione per le persone che lo rendono vivo.